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Se avete già letto questo blog nel corso degli anni e vi state chiedendo il perchè stia recensendo di nuovo questo film , provate ad andare a vedere quel mio vecchio post e a confrontarlo con quello nuovo. Fondamentalmente ho deciso di vedermi di nuovo il film in modo da trovare almeno un solo motivo che mi convincesse a guardare il secondo capitolo, che tra un paio di settimane uscirà nelle sale.
USA 2012
Titolo Originale: The Hunger Games
Regia: Gary Ross
Sceneggiatura: Gary Ross, Suzanne Collins, Billy Ray
Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Elizabeth Banks, Liam Hemsworth, Willow Shields, Woody Harrelson, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Isabelle Fuhrman, Amandla Stenberg, Alexander Ludwig, Toby Jones, Lenny Kravitz, Wes Bentley, Sandra Ellis Lafferty, Paula Malcomson, Raiko Bowman, Jacqueline Emerson, Leven Rambin, Dayo Okeniyi, Jack Quaid
Durata: 142 minuti
Genere: Azione, Fantascienza
La trama in breve: Nella nazione di Panem, in un’America post-apocalittica, per ricordare la ribellione del tredicesimo distretto, ogni anno si tengono gli Hunger Games, un reality show in cui i concorrenti si sfidano fino alla morte in cui il vincitore sarà l’unico a rimanere in vita. Per la 74° edizione nel dodicesimo distretto viene sorteggiato Peeta, mentre Katniss Everdeen si offre volontaria per salvare la sorella più piccola.
Premetto che, differentemente dall’altra recensione, tra l’altro scritta molto molto male, ho cercato di guardarmi questo film dimenticandomi completamente dell’esistenza di “Battle Royale” che ha fatto da spauracchio per molti e che fu il mio spauracchio quando vidi il film lo scorso anno. E devo dire che, anche se moderatamente, in po’ mi sono ricreduto.
Fondamentalmente perchè il film offre molti spunti di riflessione quali la spettacolarizzazione di determinate circostanze, lo spirito di sopravvivenza e come può cambiare la vita delle popolazioni sotto una sorta di dittatura mediatica in cui se ti ribelli, vieni distrutto.
Appunto per questo la parte migliore del film risulta quella dell’addestramento, quella più incentrata sul reality show: i concorrenti stessi degli Hunger Games ci tengono a spettacolarizzare la cosa, cercando più che altro di apparire piuttosto che di essere. E la prova di Jennifer Lawrence in questo senso è pazzesca.
Per il resto non mi sono ricreduto moltissimo, salvo il film rispetto ad un anno fa, ma non lo innalzo a mio cult personale. Molto probabilmente mi godrò il secondo capitolo della saga!
Mi viene in mente la scena in cui viene intervistata: lì secondo me la nostra attrice interpreta niente meno che se stessa. Così come lei ormai quasi un anno fa cadde alla premiazione della notte degli Oscar (e si sa, alla premiazione non puoi cadere, in mondovisione proprio no), così il suo personaggio, sempre in mondovisione, accentua la sua goffaggine. Poi io a Jennifer voglio un mondo di bene, soprattutto dopo “Il lato positivo”. C’è chi dice che sia grassa, chi dice che non sia particolarmente bella: beh la vorrei tanto io una ragazza brutta e grassa come lei. Che oltre ad essere bellissima, il che non guasta, recita in maniera divina.
Voto: 6+
Continua una delle serie evento dell’anno e continuano i miei recap su di essa, con una puntata certamente in tono minore rispetto al solito ma che offre alcuni spunti mica male per il futuro.
Voto: 7
London Irish
(serie TV, stagione 1)
Episodi: 6
Creatore: Lisa McGee
Rete Inglese Channel 4
Cast: Peter Campion, Sinead Keenan, Kerr Logan, Kat Regan, Ardal O’Hanlon, Tracey Lynch
Genere: Comedy
La trama in breve: Le (dis)avventure di quattro irlandesi trasferitisi in Gran Bretagna, sempre impegnati ad ubriacarsi in qualche pub e a partecipare a qualche party.
Essendo una specie di mini-cultore della birra ed essendone anche un produttore casalingo, le disavventure degli sbronzi mi appartengono e quindi guardare una serie tv dedicata quasi unicamente a loro è un must. Se poi a ciò aggiungi che questi sono irlandesi, produttori della birra più famosa al mondo, ma che pur bevendola volentieri non rientra nella mia top ten nemmeno per sbaglio, la serie diventa imperdibile.
E devo dire che dopo la prima puntata ne ero rimasto anche abbastanza preso bene e divertito: soprattutto dopo l’epico monologo iniziale riguardo alla differenza della sbronza inglese e della sbronza irlandese. Ecco questo monologo iniziale è certamente il punto più alto di questa prima serie. Poi pian piano le storie si perdono nella classicità della sit-com tradizionale.
Anche i personaggi prendono inizialmente per poi ridursi a delle semplici macchiette. Spassosissima Niamh, personaggio ambizioso che in realtà non sa fare un bel niente ed appare anche un bel po’ svampita, al contrario della “dura” Bronagh. Vincono dunque i personaggi femminili se messi a confronto con delle controparti maschili piuttosto piatte.
Voto: 5/6
Sia ora giunti ufficialmente al giro di boa per questa stagione, che concluderà a fine gennaio (ci sarà la consueta pausa invernale chiaramente) e devo dire che raramente una delle puntate che ho visto mi ha deluso.
Voto: 7,5
USA 2013
Titolo Originale: Drinking Buddies
Regia: Joe Swanberg
Sceneggiatura: Joe Swanberg
Cast: Olivia Wilde, Jake Johnson, Anna Kendrick, Ron Livingston, Ti West
Durata: 95 minuti
Genere: Commedia
La trama in breve: Luke e Kate sono due grandi amici che lavorano in un birrificio. Tra i due sembra esserci una fortissima intesa, ma entrambi sono impegnati. I problemi per i due iniziano quando entrano in gioco i rispettivi fidanzati.
Continuerò a ripeterlo all’infinito: non amo particolarmente le commedie romantiche o le romcom come le si vogliano chiamare, tanto la sostanza non cambia. Generalmente le trovo adattissime a un pubblico da cui io tendo a tirarmene fuori quasi completamente. Ovviamente a questa regola ci sono delle eccezioni come il monumentale “Il lato positivo” o il megacult “Harry ti presento Sally”.
Visto che questa oltre che essere una commedia romantica è una commedia in cui i due protagonisti condividono bevute di buona birra, diciamo che potrebbe anche piacermi, invece alla fine della visione sono rimasto un po’, come dire, indifferente.La commedia è basata più che altro sui dialoghi tra i protagonisti, con i bravi Jake Johnson ed Olivia Wilde a farla da padroni e con Anna Kendrick e Ron Livingston a fare quasi da comprimari.
E in tutti questi dialoghi, sia chiaro, ben orchestrati, ben scritti e ben girati dal regista e sceneggiatore Joe Swanberg, non sono riuscito a trovare quel qualcosa che mi facesse apprezzare appieno questa pellicola: non ci ho trovato niente di brutto, nè tanto meno niente di così eclatante da farmi dire “che bel film”.
Voto: 6
USA, Canada 2013
Titolo Originale: Insidious 2
Regia: James Wan
Sceneggiatura: Leigh Whannell
Cast: Patrick Wilson, Rose Byrne, Barbara Hershey, Ty Simpkins, Lin Shaye, Leigh Whannell, Angus Sampson, Steve Coulter, Danielle Bisutti, Michael Beach
Durata: 100 minuti
Genere: Horror
La trama in breve: Riallacciandosi agli eventi del film precedente, Renai viene interrogata da un detective della polizia riguardo alla morte della medium Elise. Non escludendo del tutto la possibilità che il colpevole dell’assassinio sia il marito, Renai decide di trasferirsi da Lorraine ed ovviamente gli eventi paranormali non la abbandoneranno nemmeno lì.
Recuperando il primo film poche settimane fa in previsione di vedere questa seconda pellicola, uscita poco più di un mese fa, rimasi estasiato dalla capacità di James Wan, che già mi aveva dato prova con un paio di suoi film (il primo capitolo di “Saw” su tutti, ma anche il più recente “The Conjuring”) , di creare un qualcosa di assolutamente pauroso e devastante.
Dunque, visto il successo del primo capitolo, l’idea di farne un sequel poteva sembrare una trovata commerciale fatta tanto per fare senza aggiungere nulla a ciò che viene detto nel primo. Invece no, assolutamente, la trama prosegue ed anche molto bene devo dire, lasciando anche alcuni punti oscuri per avere la ovvia possibilità di fare un sequel. Anche perchè ormai anche il cinema si sta adeguando moltissimo alla televisione, imitando i serial televisivi con serial cinematografici che possono, potenzialmente, andare avanti per anni.
Oltre ad essere una buonissima aggiunta per la trama, il film riesce anche a mettere moltissima ansia addosso. Certo, lo fa con gli stessi stratagemmi presenti nel suo predecessore e forse questo è un difetto che lo rende leggermente peggiore rispetto al primo. Nel senso, so cosa aspettarmi ma non so quando. Mi fa paura quando succede, ma l’ho già visto un film fa. Ci sta, se riesci ad ottenere l’effetto sperato. Ci sta, soprattutto, se non tiri troppo la cosa per le lunghe: o nel terzo capitolo ci metti qualche innovazione oppure rischi di stufare!
Voto: 7,5
Continua la discontinua serie TV Atlantis e continua, nella sua discontinuità, con una puntata godibile, più di altre. E continuano anche, nella discontinuità della serie, anche i recap.
Voto: 6,5
Una delle serie più attese di questo autunno 2013 sta per entrare nel vivo, quindi si prosegue anche con i recap!
Voto: 8
E’ giunta l’ora, questa domenica, di parlare di un altro dei miei grandissimi cult personali, con la partecipazione del mio attore prediletto Jack Nicholson e del comico che non mi fa particolarmente impazzire Adam Sandler
USA 2003
Titolo Originale: Anger Management
Regia: Peter Segal
Sceneggiatura: David Dorfman
Cast: Adam Sandler, Jack Nicholson, Marisa Tomei, John Turturro, Luis Guzmán, Jonathan Loughran, Kurt Fuller, Krista Allen, January Jones, Lynne Thigpen, Nancy Walls, Woody Harrelson, Kevin Nealon, Allen Covert, John C. Reilly, Adrian Ricard, Heather Graham, Don Diamont, Bobby Knight, John McEnroe, Derek Jeter, Roger Clemens, Rudolph Giuliani, Melissa Mitchell, Lindsay Weber, Harry Dean Stanton
Durata: 100 minuti
Genere: Commedia
La trama in breve: A seguito di un incarico di lavoro, Dave Buznik si imbarca su un aereo in cui tutto sembra andare nel verso sbagliato. Infatti si troverà di fianco ad un tipo piuttosto irrequieto che lo esaspera a tal punto da far nascere una piccola rissa. Costretto ad andare in terapia per il controllo della rabbia, provocherà un’altra rissa in un bar. A quel punto, a rischio galera, sarà proprio quell’uomo che si era trovato di fianco in aereo, il dottor Buddy Rydell, a garantire per lui davanti al giudice e per i due inizierà un rapporto a stretto contatto.
Questo è un altro di quei film che mi guardo praticamente a cadenza annuale da almeno dieci anni, ovvero da quando lo vidi per la prima volta. Semplicemente perchè lo ritengo una commedia che parte da uno spunto piuttosto geniale per poi sfociare in una visione che regala le risate più incontrollate.
E le risate escono spontanee a causa del ribaltamento dei ruoli presente in questo film: Buznik è in realtà un uomo tranquillo, timido ed innoquo, che finisce in terapia per un puro malinteso; Buddy, al contrario è uno psicologo che appare completamente pazzo e fuori controllo, dai metodi alquanto stravaganti ma che in un modo o nell’altro alla fine funzionano.
Ed in un film in cui Adam Sandler riesce a non sfigurare appare chiaro che, con il collega giusto, chiunque potrebbe fare la sua porca figura: per lui avere Jack Nicholson come spalla (anche se poi il protagonista effettivo, non lo si può negare, sarà proprio il suo personaggio) è un vero e proprio toccasana, tanto che, guarda caso, successivamente senza di lui ha fatto o delle inenarrabili porcate o dei filmetti banali, talvolta anche piacevoli, che però lasciano il tempo che trovano. Tra cui non escludo affatto “Jack e Jill” con Al Pacino, ma lì la debolezza stava in uno script assolutamente indecente e in un Al Pacino che si vede che recitava senza il minimo trasporto.
E, tra scene memorabili una dietro l’altra, il film scorre via fino all’inaspettato (per la prima volta in cui lo vidi) colpo di scena finale, probabilmente il finale per una commedia più solido che abbia mai visto, perchè alla fine fa quadrare tutto. Ciò che all’inizio ti poteva sembrare pazzesco alla fine acquista tutto un significato.
Voto: 9
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